Un luglio ricco di stimoli, un dibattito che lungi dal diminuire per ferie lascia presagire un lavorìo preparatorio di nuove attività e proposte per la prossima stagione scolastica, almeno per chi voglia cogliere certi segnali con un discreto ottimismo.
Da segnalare, un intervento di Virginio Sala che riprende il Global Trends in publishing 2014 di Rüdiger Wischenbart, (il link all’originale è nell’articolo citato), definendo percorsi e direzioni del mercato editoriale a livello globale, con una attenzione ai mercati emergenti (Brasile, Russia, India, Cina, Indonesia…), e al ruolo di players internazionali quali Amazon e Apple.
Rientrando nei confini nazionali e concentrandoci sulla scolastica, un buon riepilogo dello stato dei fatti si può avere guardando i video (con la debita tranquillità, ci vuole tempo) del Convegno #Digitaleascuola realizzato ad Andria il 18 giugno scorso. Granularità, accessibilità, formati aperti, validazione dei contenuti sono alcuni dei nodi da svolgere, assieme alle competenze da formare (degli insegnanti, dei dirigenti, degli editori, ma potremo aggiungere anche della politica). Forse non più -e non solo- in chiave teorica, quanto con sperimentazioni, proposte, offerte che stentano a essere messe a disposizione.
E su quest’ultimo punto si esprime Giuseppe Dino Baldi in una conversazione con Marco Dominici La scuola, gli editori e il digitale rimarcando la complessità dello stato dei fatti, contro una facile attribuzione di responsabilità:
“Sul piano dei risultati espliciti, non molto: il digitale scolastico è ancora vicino all’anno zero. Tuttavia mi sembra pretestuoso o ingenuo prendersela con la caricatura del conservatore che vuole tenere la scuola nel suo medioevo per ignoranza, paura del nuovo o per difendere interessi di categoria. Piaccia o no, gli editori riflettono molto da vicino la realtà della scuola: non hanno, tranne eccezioni, il privilegio di progettare per le fasce estreme”.
A ragionare in questo modo potremo andare avanti all’infinito: gli editori sono dei dinosauri incapaci di innovare, gli insegnanti restii ad ogni cambiamento nel loro stile di insegnamento, la politica ottusa e via dicendo. Crogiolandoci quindi con ‘risultati pari a zero’ di cui tutti e quindi nessuno sono responsabili.
Il quadro non è per nulla desolante, perché in realtà un po’ di linee guida e modelli di riferimento su cui lavorare attivamente ci sono, e qualcosa è stato fatto. Abbiamo ambienti di apprendimento di piccoli editori, ma anche di grandi. Abbiamo strumenti per la didattica e per la creazione da parte degli insegnanti di contenuti in autonomia. Abbiamo qualche contenuto già progettato per la didattica digitale, di cui poter valutare funzionalità e valore in termini di apprendimento. Abbiamo piattaforme di elearning, web-tv specializzate per l’insegnamento.
Ci si è fatti forza, negli ultimi quattro anni, con un mantra -buono a chiudere la quadra delle attribuzioni di responsabilità- che vede ipotizzare come vero luogo di cambiamento, innovazione e proposta coloro che si muovono dal basso, i piccoli innovatori, le start-up digitali, perché le innovazioni e i veri cambiamenti provengono dalla cantina o dal garage di qualche visionario innovatore e sperimentatore. Eh no, cari: vorrei dire, non è questo il modo di chiudere la quadra. Perché sviluppare un progetto editoriale in ambito educativo o formativo richiede tante di quelle competenze ed esperienze che non stanno in uno scantinato. Profonda conoscenza dei programmi scolastici, della didattica, della scuola italiana, degli insegnanti e delle loro competenze. Conoscere il flusso delle risorse, comprendere cosa mantenere e cosa levare. Sbagliare senza rischiare di chiudere, privati della possibilità di utilizzare l’esperienza per un progetto più mirato ed elaborato.
Il passaggio dall’anno zero all’anno uno è forse il più complesso, ma il passo in avanti è pronto, fosse solo per evitare la vicinanza col precipizio. Con la possibilità di farsi un secolo in un anno e recuperare il ritardo.
Segnalo inoltre l’uscita di un ebook che si può leggere gratuitamente su letture, contenuti e granularità di Ledizioni.